SU DI ME

Sono nato il 30 Agosto 1988, mio fratello il 1 Settembre 1990 e mia sorella il 17 Agosto 1993. Mio padre, sotto Natale, doveva essere tutto un fuoco. Il primo verso che ho emesso, arrivato in questo mondo, è stato una sorta di lamento. Probabilmente ero già stanco: dev’essere una faticaccia uscire dal ventre materno. Dai ricordi dei miei genitori e dalle foto, ormai sbiadite, si direbbe che ho vissuto un’infanzia ordinaria, tra il pallone, i travestimenti (mi divertivo a fingere di essere un Napoleone moderno,  con gli stivali di mia madre ai piedi, un colbacco in testa, un sigaro in bocca e una pistola giocattolo in mano) e gli ovetti Kinder. Quello che, a detta di tutti i parenti, non era ordinario era il mio colore di capelli: erano rossi ma non proprio rossi, per alcuni potevano definirsi biondo scuro, per altri castani tendenti al rossiccio. Non potete immaginare l’enorme disagio che questo creava alla mia vita sociale: alle elementari quando le maestre chiedevano di che colore avevamo i capelli, non sapevo mai rispondere. Vedevo tutti i miei amici dare una risposta esatta, precisa, sicura mentre io titubavo. Quando poi, crescendo, le ragazze cominciavano a preferire i ragazzi mori o biondi, io rimanevo un fuori categoria, che poteva essere apprezzato ma mai  il protagonista dei sogni segreti femminili. Non ero neanche accettato dalla categoria degli “arancioni con le lentiggini”: non sembravo così sfigato e non portavo gli occhiali.

Dopo venticinque anni di dubbi, che l’enciclopedia Encarta 2000 non fugava, con l’avvento di Google, ho potuto finalmente dare un nome alla mia tonalità e definirmi: sono biondo Ramato.

Questo però ha portato anche alla scoperta di una leggenda, che deve ancora trovare conferma nella storia. Si dice che colui che è ramato in testa, è ramato in tutto il resto del corpo, compreso il pube. I testi storici, come accennato prima, non aiutano, dato che i ramati venivano considerati dei reietti e dei cazzari fino a fine ‘900 e o non si credeva a quello che dicevano o nessuno se li scopava comunque, e quindi non c’era modo né di confermare né di smentire le voci che circolavano. Dal 1900 in poi, i pochi rimasti hanno deciso di tramandare il segreto di ramato in ramato; per quanto riguarda la compagine femminile, le ramate (da sempre più apprezzate del corrispettivo maschile), per non lasciare indizi o prove, hanno cominciato a fare andare di moda la depilazione completa della zona pelvica verso la fine degli anni ’80.

Sarò quindi io a svelarvi, un giorno, se davvero esiste o no quello che tutti ricercano dalla morte di Enrico VIII, re d’Inghilterra, anch’esso Ramato. Intanto, nell’attesa della rivelazione, riempirò il sito di articoli, racconti e pareri sulle letture e le visioni che costellano il mio tempo libero, così da mantenere alta l’attenzione fino al momento clou, il vero motivo per cui sono qui, e lo siete anche voi: capire com’è colorato El Pube del Ramato.